La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una forma di terapia psicologica che si basa sul presupposto che vi sia una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. Dunque per la psicoterapia cognitivo-comportamentale i problemi emotivi sono influenzati da ciò che pensiamo e facciamo nel presente.
La ricerca scientifica, infatti, ha dimostrato che le nostre reazioni emotive e comportamentali sono determinate dal modo in cui interpretiamo le varie situazioni, quindi dal significato che diamo agli eventi.
Ecco un esempio per capire meglio come funziona la psicoterapia cognitivo-comportamentale: è notte e due persone sono a letto in attesa di prendere sonno, quando improvvisamente sentono un rumore. Uno dei due, un po’ seccato, si volta dall’altra parte e prova a riprendere sonno; l’altro, invece, si preoccupa, si alza dal letto e si dirige allarmato verso il luogo di provenienza del rumore. Cosa spiega questi due differenti comportamenti in risposta allo stesso evento?
La differente reazione emotiva e comportamentale è determinata dalle due diverse interpretazioni del rumore a opera dei due soggetti, quindi dai loro diversi pensieri. Probabilmente, infatti, sentendo il rumore, la prima persona avrà pensato: “Al vicino sarà caduto qualcosa, domani gli chiederò di fare più attenzione a quest’ora della notte!”. La seconda persona, invece, è più probabile che abbia pensato: “Che cosa sarà successo? Staranno rubando qualcosa?”.
Lo stesso evento, quindi, può portare a emozioni e comportamenti differenti a seconda di come lo si interpreta. Questo spiega perchè una stessa situazione-stimolo può provocare in soggetti diversi, o nello stesso soggetto in momenti differenti,due reazioni completamente opposte.
A cosa serve la psicoterapia cognitivo-comportamentale.Alcune volte i pensieri che abbiamo su noi stessi, sugli altri o sul mondo possono essere disfunzionali, cioè possono distorcere la realtà delle cose, attivarsi in modo rigido indipendentemente dai contesti, generare pensieri automatici negativi che producono sofferenza.
Il modello cognitivo-comportamentale ipotizza che il pensiero distorto e disfunzionale sia comune a tutti i disturbi psicologici e che sia il responsabile del protrarsi delle emozioni dolorose e della sintomatologia del paziente
In alcuni casi, infatti, il pensiero distorto e disfunzionale può portare allo sviluppo di circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo.
Terminata questa fase ha inizio l’intervento vero e proprio, di durata variabile a seconda del protocollo che utilizzeremo
Per esempio, una persona con depressione può pensare di sé “Sono un fallito!” (pensiero) e provare uno stato di tristezza (emozione); a sua volta, la tristezza porta all’apatia e alla passività (comportamento), che possono essere interpretate dal soggetto come un’ulteriore prova del proprio fallimento personale. Possiamo considerare i disturbi emotivi, dunque, come il prodotto di circoli viziosi che mantengono i sintomi nel tempo.
La terapia cognitivo-comportamentale, pertanto, interviene sui pensieri automatici negativi, sulle convinzioni e sugli schemi cognitivi disfunzionali al fine di regolare le emozioni dolorose, interrompere i circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo e creare le condizioni per risolvere il problema.
Le caratteristiche della Psicoterapia cognitivo-comportamentale
Altre ricerche condotte sia a livello nazionale (es. Istituto Superiore della Sanità) che internazionale (es. Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno dimostrato che la psicoterapia cognitivo-comportamentale ha un’efficacia maggiore o pari agli psicofarmaci nella cura di molte patologie psichiatriche. Se paragonata agli psicofarmaci, inoltre, ricorrere a un terapeuta cognitivo-comportamentale risulta essere più utile nella prevenzione delle ricadute.
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